Come i fattori dentali addizionali possono influenzare la programmazione ortodontico-chirurgica in un caso di III classe scheletrica in un paziente adulto

SANTARIELLO N 70SCOPO: E’ presentare l’approccio ortodontico-chirurgico in un paziente adulto con malocclusione di III Classe Scheletrica in cui il recupero occlusale influenza il piano di trattamento.

MATERIALI E METODI: C. S. 22 anni. Femmina. La paziente presenta una malocclusione di III Classe Scheletrica e disordini temporomandibolari. L’esame extra-orale mostra il prognatismo mandibolare ed uno squilibrio delle proporzioni facciali. L’esame intra-orale rivela una III Classe molare, l’assenza dell’elemento 1.3 con deviazione della linea interincisiva verso destra e del 4.6 per estrazione pregressa. La lettura dell’ortopanoramica mostra l’inclusione dell’elemento 1.3 nella compagine ossea e la presenza di infezioni periapicali a carico delle radici degli elementi 3.6 e 4.6 già devitalizzati. L’analisi cefalometrica del telecranio in proiezione latero-laterale evidenzia una III Classe scheletrica (ANB=-4°), iperdivergenza delle basi ossee (FMA=33°), normoinclinazione degli incisivi inferiori (IMPA= 89°) e vestiboloinclinazione degli incisivi superiori (INC^FP=123°).  Il trattamento  è  stato suddiviso in 3 fasi operative: la preparazione ortodontica pre-chirurgica, la fase chirurgica e la rifinitura finale. Il primo step prevede l’estrazione dell’elemento 2.4 al fine di correggere la deviazione della linea mediana superiore, l’allineamento e il livellamento dell’arcata superiore e il raggiungimento del torque corretto degli elementi dentali. L’allineamento ed il livellamento dell’arcata inferiore è effettuato preservando lo spazio implantare per la successiva riabilitazione nella zona del 4.6. La fase chirurgica è pianificata in accordo all’analisi facciale estetica e al tracciato cefalometrico e consiste nell’estrazione dell’elemento 1.3 incluso, l’avanzamento di 2 mm e la rotazione oraria (5mm nella parte posteriore, 2mm nella sezione anteriore) dell’osso mascellare. L’osteotomia sagittale del ramo mandibolare permette l’intercuspidazione corretta delle arcate dentali mediante il riposizionamento del mascellare e la diminuzione dell’angolo mandibolare con conseguente correzione della divergenza (FMA=26°) e delle proporzioni delle altezze facciali. La rifinitura ortodontica stabilizza i risultati ottenuti.

RISULTATI: Alla fine del trattamento, la paziente presenta un’occlusione funzionale e un’intercuspidazione adeguata, con II Classe molare e I classe canina, overjet e overbite nella norma e l’assenza di sintomi dei disturbi temporomandibolari. Il prognatismo mandibolare è stato corretto e l’estetica facciale della paziente è stata considerevolmente migliorata.

CONCLUSIONI: L’inclusione dell’elemento 1.3 e lo squilibrio dentale nell’arcata inferiore, quali fattori che complicano la previsualizzazione del risultato finale del trattamento ortodontico-chirurgico, sottolineano l’importanza della collaborazione tra specialisti nella programmazione terapeutica per il successo e la stabilità a lungo termine.

Autori: Santariello C., Ballanti F., Ventucci E., Calabrese L.

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